martedì 22 gennaio 2008

INTANTO IL PORTO DI GENOVA MUORE

Ci mancava anche la farsa della mancata (al momento) firma di Di Pietro per completare la tragicommedia della nomina del Presidente dell'Autorità Portuale di Genova.
Occorre risalire un po' indietro per comprendere i termini del problema.
Al momento della formazione del Governo Prodi venne posta in soffitta la cosidetta Legge Bassanini sulla riduzione dei ministeri - legge cui il Governo Berlusconi si era strettamente attenuto - e si ampliò a dismisura il numero di ministri, viceministri e sottosegretari in modo da accontentare tutte le molteplici componenti partitiche della maggioranza. Nel compiere questo allargamento si pensò di suddividere il Ministero del Trasporti e delle Infrastrutture in due Ministeri: da una parte i Trasporti (affidati al prof. Bianchi) e dall'altra le Infrastrutture (affidate al prof. Di Pietro). A parte la duplicazione di strutture (Direzione del Personale, Direzione Affari Generali, Ufficio Legislativo, Segreterie varie ecc.), con conseguenti aumenti di costi a carico dell'erario, si ebbe l'effetto di spartire fra i due nuovi Ministeri le competenze sulla portualità italiana e, conseguentemente, sulle nomine dei Presidenti delle Autorità Portuali che, adesso, dovevano essere effettuate "di concerto" fra i titolari dei due dicasteri. Nel nostro caso Bianchi e Di Pietro. Neppure ai tempi del vecchio Ministero della Marina Mercantile (allora deprecato, adesso rimpianto) si era giunti ad uno scempio della portualità italiana quale raggiunto in questi anni dal Governo Prodi.
Tutti conosciamo le danze ed i balletti condotti in casa del Partito Democratico genovese, ove le varie anime (un po' perverse…) hanno sgomitato per piazzare il proprio candidato sulla poltrona di Palazzo San Giorgio. Un problema che, grazie alla subordinazione delle categorie economiche ed "in primis" della Camera di Commercio al potere espresso dagli ex-DS, è stato giocato tutto in casa del Partito Democratico. L'unico che ha tentato la via dell'"ascolto" e del "dialogo" con le categorie è stato il Presidente della Provincia, Repetto, che ha proposto la candidature di Merlo. Però...però - al di là della mia personale simpatia e stima nei confronti dell'attuale assessore regionale ai Trasporti - una candidatura un po' pelosa trattandosi di un ex-Margherita, come lo è il Presidente della Provincia. In concreto un ex-Margherita che viene contrapposto ad un ex-DS (ex PDS, ex PCI) ed ad un europarlamentare ex-Ulivo.
Dopo assistiamo alla passerella di Palazzo San Giorgio voluta dal Presidente della Regione e l'ascolto delle categorie sempre voluto da Burlando; quanto basta per mandare su tutte le furie il sindaco Marta Vincenzi che si sente sfilare progressivamente la possibilità, non tanto di piazzare il proprio candidato a Palazzo San Giorgio, quanto di essere il vero "dominus" della città-porto.
Si giunge così alla decisione del Ministro Bianchi, condivisa da Burlando, di nominare Merlo quale Presidente dell'Autorità Portuale. Sembra tutto finito, ma non è così: c'è ancora l'incognita "del concerto" con il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro e del parere della competente Commissione parlamentare.
Non occorre la sfera di cristallo per immaginare che, con un Governo Prodi in crisi ed i rapporti sfilacciati all'interno della maggioranza di sinistra-centro, la definizione della Presidenza dell'Autorità Portuale genovese - così come di quella di altri porti in scadenza - si allontani nel tempo. Intanto è stata prorogato l'incarico a Novi. Poi si vedrà.
Già si vedrà. Il porto è alla paralisi e non sto qui a ripetere cose risapute ed insolute da anni. Forse ha ragione chi preconizza un futuro in cui Genova sarà ridotta al ruolo di porto-feeder. Io non mi voglio rassegnare e voglio sperare che le forze sane e produttive della nostra città, della nostra Regione abbiano uno scatto di responsabilità per il futuro dei loro figli.
Comunque, si sappia che l'unica, vera responsabilità di questa drammatica situazione della portualità genovese abita (una volta si diceva in Salita San Leonardo) tra Piazza De Marini e Via San Lorenzo.

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