domenica 10 febbraio 2008

Moderati uniti o divisi ?

Quello che sta vivendo in questo momento l'UDC è un momento difficile.

Dopo aver contrastato coerentemente il Governo Prodi sino alla sue dimissioni, aver proposto la costituzione di un governo di responsabilità purchè ne fosse partecipe Forza Italia ed aver, conseguentemente, rifiutato le proposte del sen. Marini nonostante l'allettamento della riforma elettorale "alla tedesca". Nonostante abbia ribadito, coerentemente con il mandato ricevuto dagli elettori, la propria volontà di dar vita ad una coalizione di centro destra che vedesse partecipi i quattro partiti costituenti della vecchia Casa delle Libertà.
Nonostante tutto ciò l'UDC è stata messa alla porta dal duo Fini-Berlusconi senza neppure uno straccio di motivazione.
Se poi si guarda alle posizioni espresse dai mass-media si ha quasi la sensazione che sia in atto il tentativo di liquidare definitivamente l'esperienza dei democratici cristiani cui, sostanzialmente, l'UDC si richiama ed alla cui ispirazione ideale ha sempre fatto riferimento.
Immaginare che sia utile per il nostro Paese cancellare l'unica forza politica che - con le sue luci e le sue ombre - fa espresso riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa pare un'operazione alquanto singolare.
Così come non pare utile spaccare in maniera traumatica il fronte dei moderati italiani se, come assodato, il nostro Paese necessita di un periodo di concordia e stabilità che solamente i moderati possono assicurare.
Credo veramente auspicabile un ripensamento di questa chiusura verso l'UDC in modo da poter ricompattare tutto il centrodestra, nel rispetto e salvaguardia delle identità di ogni componente e nella garanzia della stabilità e lealtà dell'intera compagine.

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