sabato 19 aprile 2008

UDC con Alemanno o con Rutelli ?

Tiene banco, in questo momento, la posizione dell’UDC al secondo turno per le elezioni del sindaco di Roma. Oggi Stefano Folli, in un’intervista apparsa su Liberal, esprime l’avviso che sotto il profilo strategico l’UDC non dovrebbe appoggiare alcuno dei due candidati perché significherebbe schierare definitivamente l’UDC con uno dei due schieramenti nazionali emersi dalle elezioni politiche. Contemporaneamente la base dell’UDC romana sembrerebbe schierata decisamente a favore di Alemanno; ma altri dati indicano un elettorato divisi al 50% fra i due candidati sindaci.

Ho sempre creduto che le vicende amministrative locali debbano essere tenute ben distinte dalle vicende politiche nazionali in quanto i problemi del territorio e della sua gente vanno gestite con un po’ di sano pragmatismo innervato dai principi e dai valori. Certo un conto è ragionare di un piccolo centro, altra cosa è valutare le cose per un grande centro. Non vive nelle astrattezze e capisco perfettamente il rilievo che ha un’alleanza UDC a Milano od a Roma, come a Genova od a Torino.
Per questi grandi centri sarebbe dirompente assumere posizioni diversificate rispetto a quelle tenute dall’UDC a livello nazionale. In tal senso bene ha fatto l’UDC romana a presentare un proprio candidato sindaco. Ma altrettanto bene ha fatto l’UDC genovese a presentarsi in liste comuni con FI, AN e Lega per le elezioni comunali di Camogli e Sestri Levante (per inciso, credo che questo indirizzo debba essere seguito anche per il futuro).

Per il ballottaggio, invece, sarebbe veramente auspicabile – ed è una convinzione che ho da sempre – che i partiti esclusi dalla competizione si astenessero dal dare indicazioni di voto. In tal senso mi è parsa sciocca l’idea delle primarie proposte da Ciocchetti – e poi annullate all’ultimo minuto – mentre condivido in pieno l’opinione espressa dalla Segreteria Nazionale circa l’opportunità di non dare indicazioni di voto.

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