venerdì 23 dicembre 2011

La vicinanza del card. Bagnasco agli operai della Fincantieri



«L’importante è salvare il lavoro,nelle modalità che si riescono ad individuare. Ma, certamente, questo presidio deve essere assolutamente reso vivo, innovato e posso anche dire che l’attenzione concreta, fattiva da parte di tutti è continua». È l’augurio rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, agli operai dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente, in vista del Natale. I lavoratori proseguono con il presidio per protestare contro l’accordo sulla cassa integrazione siglato dalle sole Fim-Cisl e Uilm


Agli operai in particolare, il porporato ha rivolto «un pensiero di grande stima, apprezzamento, vicinanza. Conosco molte di queste persone, sia direttamente sia soprattutto attraverso i cappellani del lavoro. A tutti dico il mio affetto, la mia vicinanza. Essi sanno - ha concluso il cardinale Bagnasco - l’impegno della Chiesa genovese e di tutta la città perché questo presidio lavorativo, che è glorioso e storico, possa continuare nei modi migliori, come essi stessi dicono e vogliono e sono disposti».


Il leader dei vescovi ha poi lanciato un appello a Genova, e indirettamente al Paese: «È evidente da tutte le parti» che sul lavoro «bisogna cambiare mentalità», «puntare su strade nuove»; per superare la crisi, Genova (e non solo) ha «assolutamente» bisogno di «trovare strade nuove». «Ci vuole - ha detto registrando il suo messaggio di Natale alla città - un cambiamento di mentalità rispetto alle modalità del lavoro, all’innovazione, alla progettazione».


«È un Natale - ha proseguito Bagnasco - in cui dobbiamo continuare a pregare» per avere «da una parte il dono di un supplemento di sapienza e di saggezza, in modo da riuscire ad affrontare le difficoltà insieme, nella solidarietà più stretta tra gli uni e gli altri; dall’altra, per avere più sapienza per poter decidere le cose che in questo momento devono essere decise per il bene delle persone delle famiglie e per lo sviluppo del Paese».


Il cardinale ha quindi formulato i propri «auguri a tutti di serenità familiare». «Perché - ha concluso - se non c’e il nucleo familiare che assicura quella rete di rapporti, sicurezza, fiducia, proprio come la zattera che ciascuno desidera, è difficile poi affrontare qualunque onda. Se invece la famiglia è coesa nel suo interno, se gli affetti sono sicuri e belli, anche le onde più difficili si possono affrontare».

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