mercoledì 26 marzo 2014

TIRRENO POWER A VADO LIGURE

La preoccupazione per gli sviluppi dell’inchiesta legata alla centrale elettrica di Vado Ligure va di pari passo con la richiesta di chiarezza sulle questioni ambientali, unitamente all’esigenza di un’attenta valutazione per le conseguenze dirette e indirette che si addensano attorno alla Centrale in termini di occupazione, di gestione industriale e di più ampie ricadute sul sistema elettrico nazionale.

La sicurezza degli impianti industriali deve andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente e della salute; tuttavia deve essere chiarito quali siano le differenziazioni tecnologiche tra l’impianto di Vado Ligure rispetto ad altre centrali dello stesso tipo italiane ed estere. Così come deve essere efficiente e trasparente il rispetto delle norme da parte dell’Azienda, nonché certo e puntuale il controllo degli Organismi preposti.

La de-industrializzazione della Liguria è già stata pagata a caro prezzo in termini occupazionali ed economici, non possiamo permetterci un'altra chiusura!

L’assenza di una politica energetica nazionale non può, comunque, far dimenticare come le attività manifatturiere italiane richiedano tanta energia e a costi concorrenziali con i “competitors” stranieri; questa energia è basata in grandissima parte – né potrebbe essere diversamente – sul carbon fossile giacché le fonti energetiche alternative danno, e potranno dare anche nel futuro, un piccolo contributo percentuale per le esigenze industriali del Paese. Ricordarselo nel momento dello stop giudiziario alla Centrale di Vado Ligure e della pressoché certa reiterazione della difficoltà di approvvigionamento di metano dai fornitori dell’Asia centrale, può solo fare bene allo sviluppo ed al rilancio del sistema socioeconomico dell’Italia.

Nessun commento: