lunedì 5 aprile 2010

UDC. Il richiamo del PPE e la risposta dell'on. Buttiglione


Il botta risposta tra l’on. Bocchino ed il nostro Presidente on. Buttiglione mi fornisce l’estro per una breve considerazione. Considerazione che necessita di approfondimento.

Adesso si può dire, dopo il risultato delle regionali che conferma al 5-6% il bacino elettorale UDC e la polarizzazione del voto sul Cdx e sul Csx, che, forse:
1. la nostra battaglia contro il bipolarismo non ha conseguito risultati;
2. le battaglie di testimonianza in politica non hanno alcuna rilevanza;

3. è il caso di porsi il problema di una scelta.
A mio avviso – ma avremo modo di riparlarne, spero, negli organi di partito – la scelta è già stata fatta nel momento in cui l’UDC ha aderito al PPE condividendone ideali e valori. Le fughe in avanti di un ipotizzato Partito della Nazione appartengono più al regno delle discussioni accademiche che a quello delle posizionamento all’interno dello scenario politico italiano.

Rispondere a Bocchino ponendo una questione valoriale mi pare un artifizio dialettico per coprire il cul-de-sac in cui la dirigenza UDC ha cacciato il partito. Si è avuto lo stomaco di “fare strada” con i valori della Bresso in Piemonte e di Burlando in Liguria e si pone il dubbio che si possa “fare strada” con i valori di Formigoni, Pisanu, Gigi Grillo, Scajola, Baccini, Lupi, Giovanardi e mi fermo qui per brevità. Ma via, un po’ di senso del ridicolo. Peraltro certe posizioni – che mi pare non siano state sinora smentite – attribuite all’on. Vietti da Massimo Introvigne nei suoi rapporti con la Bresso, pongono qualche interrogativo sui valori di riferimento dell’UDC.

Noto anche come nel Centrosinistra non ci sia campo per alcuna partita, visto lo stato comatoso in cui versa il PD incapace persino di esprimere una candidatura per il Lazio e la Puglia. Una situazione destinata a durare ed il cui sbocco non può essere che un riposizionamento del PD stesso su una moderna socialdemocrazia.

Parlavo di cul-de-sac perché mi pare chiusa anche una - sia pure teorica, ma analizzata nel periodo prelettorale – strada di alleanze col Csx in cui Casini possa assumere la funzione di alfiere; credo proprio che questo ruolo Bersani non lo riconoscerà, ne lo consentirà mai: l’esigenza di una ristrutturazione ed un riordino interno al PD non lo permette perché sarebbe vissuto come un cedimento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I problema consiste nel fatto che finche'nell'UDC ci saranno yesman ome Mointeleone,Vietti in Pimonte o Ciccanti nelle Marche disposti a fare ammuciate con rifondazione e Pannella non si andra'da nessn parte.
Poi dicono che gi yesma starebbero nel PDL.
Ribellatevi a gente come Monteleone e Vietti edlora si potra'ragionare.