
«L’importante è salvare il lavoro,nelle modalità che si riescono ad individuare. Ma, certamente, questo presidio deve essere assolutamente reso vivo, innovato e posso anche dire che l’attenzione concreta, fattiva da parte di tutti è continua». È l’augurio rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, agli operai dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente, in vista del Natale. I lavoratori proseguono con il presidio per protestare contro l’accordo sulla cassa integrazione siglato dalle sole Fim-Cisl e Uilm
Agli operai in particolare, il porporato ha rivolto «un pensiero di grande stima, apprezzamento, vicinanza. Conosco molte di queste persone, sia direttamente sia soprattutto attraverso i cappellani del lavoro. A tutti dico il mio affetto, la mia vicinanza. Essi sanno - ha concluso il cardinale Bagnasco - l’impegno della Chiesa genovese e di tutta la città perché questo presidio lavorativo, che è glorioso e storico, possa continuare nei modi migliori, come essi stessi dicono e vogliono e sono disposti».
Il leader dei vescovi ha poi lanciato un appello a Genova, e indirettamente al Paese: «È evidente da tutte le parti» che sul lavoro «bisogna cambiare mentalità», «puntare su strade nuove»; per superare la crisi, Genova (e non solo) ha «assolutamente» bisogno di «trovare strade nuove». «Ci vuole - ha detto registrando il suo messaggio di Natale alla città - un cambiamento di mentalità rispetto alle modalità del lavoro, all’innovazione, alla progettazione».
«È un Natale - ha proseguito Bagnasco - in cui dobbiamo continuare a pregare» per avere «da una parte il dono di un supplemento di sapienza e di saggezza, in modo da riuscire ad affrontare le difficoltà insieme, nella solidarietà più stretta tra gli uni e gli altri; dall’altra, per avere più sapienza per poter decidere le cose che in questo momento devono essere decise per il bene delle persone delle famiglie e per lo sviluppo del Paese».
Il cardinale ha quindi formulato i propri «auguri a tutti di serenità familiare». «Perché - ha concluso - se non c’e il nucleo familiare che assicura quella rete di rapporti, sicurezza, fiducia, proprio come la zattera che ciascuno desidera, è difficile poi affrontare qualunque onda. Se invece la famiglia è coesa nel suo interno, se gli affetti sono sicuri e belli, anche le onde più difficili si possono affrontare».
Agli operai in particolare, il porporato ha rivolto «un pensiero di grande stima, apprezzamento, vicinanza. Conosco molte di queste persone, sia direttamente sia soprattutto attraverso i cappellani del lavoro. A tutti dico il mio affetto, la mia vicinanza. Essi sanno - ha concluso il cardinale Bagnasco - l’impegno della Chiesa genovese e di tutta la città perché questo presidio lavorativo, che è glorioso e storico, possa continuare nei modi migliori, come essi stessi dicono e vogliono e sono disposti».
Il leader dei vescovi ha poi lanciato un appello a Genova, e indirettamente al Paese: «È evidente da tutte le parti» che sul lavoro «bisogna cambiare mentalità», «puntare su strade nuove»; per superare la crisi, Genova (e non solo) ha «assolutamente» bisogno di «trovare strade nuove». «Ci vuole - ha detto registrando il suo messaggio di Natale alla città - un cambiamento di mentalità rispetto alle modalità del lavoro, all’innovazione, alla progettazione».
«È un Natale - ha proseguito Bagnasco - in cui dobbiamo continuare a pregare» per avere «da una parte il dono di un supplemento di sapienza e di saggezza, in modo da riuscire ad affrontare le difficoltà insieme, nella solidarietà più stretta tra gli uni e gli altri; dall’altra, per avere più sapienza per poter decidere le cose che in questo momento devono essere decise per il bene delle persone delle famiglie e per lo sviluppo del Paese».
Il cardinale ha quindi formulato i propri «auguri a tutti di serenità familiare». «Perché - ha concluso - se non c’e il nucleo familiare che assicura quella rete di rapporti, sicurezza, fiducia, proprio come la zattera che ciascuno desidera, è difficile poi affrontare qualunque onda. Se invece la famiglia è coesa nel suo interno, se gli affetti sono sicuri e belli, anche le onde più difficili si possono affrontare».
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