
Prima i dodici punti - irrinunciabili - di Romano, adesso i sette punti - anch'essi irrinunciabili - di Lamberto. La fiera delle vanità è aperta e, tra poco, sulla bancarella faranno la loro comparsa i punti (sempre irrinunciabili) di Walter, Francesco, Fausto….ci vorrà un calendario per ricordare il nome dei capi e capetti dell'affollatissimo parterre di questa maggioranza governativa., divisa su tutto tranne che su un punto: restare incollata alla cadrega.
Ma restiamo al nostro Lamberto che tra i punti irrinunciabili ha inserito l'abolizione delle Province. La seriosità e la supponenza del personaggio inducono a considerare la questione con attenzione: due passaggi parlamentari con doppia lettura trattandosi di modifica alla Costituzione; scardinamento di un'organizzazione territoriale amministrativa che, nel bene e nel male, appartiene al patrimonio storico e culturale del nostro Paese. Tutto ciò da realizzarsi, nella migliore delle ipotesi entro la fine della Legislatura e cioè in tre anni; nella peggiore delle ipotesi entro il 2009 data in cui le votazioni europee trascineranno sicuramente anche quelle nazionali.
Se questi sono i proclami di Lamberto possiamo essere ben contenti che Romano se lo tenga stretto stretto; anzi, si deve fare anche l'impossibile perché non venga la tentazione di imbarcarlo nel centrodestra: un personaggio del genere fa danni ovunque ed allora che continui a farli nel centrosinistra o in un limbo partitico da inventari apposta per lui.
Ma forse non ho colto un aspetto della sortita del novello Bruto:
ini... ini... ini .... qui ci sono i grembiulini ?
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