domenica 18 maggio 2008

GENOVA. Inchieste sulla città


La vicenda giudiziaria che ha investito in questi giorni l’Amministrazione Comunale di Genova costituisce – speriamo per ora – l’ultimo capitolo di una storia che vede la nostra città al centro di inchieste giudiziarie e giornalistiche che attestano un diffuso e ramificato malcostume amministrativo.

Credo che si debba scindere – anche se siamo stati intossicati da quindici anni di giustizialismo giacobino – tra valutazione penale e valutazione politica.

Per la prima dobbiamo attendere serenamente lo sviluppo dell’indagine giudiziaria sino alla conclusione dei processi e considerare innocenti tutti quelli che sono al momento sottoposti ad indagine penale
Per il secondo aspetto alcune valutazioni politiche debbo essere, sin d’ora, tratte. E tali valutazioni sono necessariamente severe.

La questione “mensopoli” dell’Ospedale Galliera, seguita da quella dell’Autorità Portuale di Genova, poi le malversazioni all’Università di Genova ed adesso il Comune di Genova sono tutte lì a dimostrare a quale vuoto morale hanno condotto anni di permanenza al potere della sinistra a Genova.
Dal vaso scoperchiato dalle inchieste, benemerite e coraggiose, della magistratura inquirente e da due noti giornalisti sono emerse, a mio avviso, solo quelle più appariscenti di questo malcostume; la gestione del patrimonio immobiliare del Comune, lo stop and go dell’AMI-AMT, i ritardi nell’apertura del nuovo mercato generale di Bolzaneto, la gestione del territorio, la voragine di spese dello Stadio Ferraris - e quante altre cose che ognuno di noi potrebbe aggiungere -costituiscono materia per il bis del film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi.

Tutto è riconducibile al perverso intreccio tra politica e potentati economici che ha condotto la nostra città a livelli paragonabili a quelli di altre aree del Paese in cui il malaffare costituisce la realtà di vita quotidiana: l’unica differenza è che a Genova il malaffare assume vesti di perbenismo, mentre altrove usa la lupara. Ma sempre di assenza di principi etico-morali si tratta.

Parte di questo malcostume è anche il tentativo della sindaco Vincenzi di sfilarsi da questa storia: lei ha scelto e nominato liberamente gli assessori inquisiti, lei ha scelto il proprio portavoce. Tutta la maggioranza di centrosinistra, guidata dalla Vincenzi, risponde politicamente di questa storia, così come tutti i partiti e le associazioni che fanno riferimento all’area di sinistra dello schieramento politico genovese sono responsabili di questo fetore che da decenni ammorba il territorio genovese. Un clima da malaffare che ha inciso negativamente sull’economia, sul lavoro, sulla realizzazione delle infrastrutture, sullo sviluppo del territorio genovese.

Pensavamo di aver consegnato alla storia le monetine dell’Hotel Raphael………..

C’è da chiedersi da un lato che senso hanno le camaleontiche difese della “classe operaia” che viene dileggiata con questi comportamenti immorali e dall’altro come sia possibile che persone che si richiamano ai valori del”bene comune” sostengano e puntellino una maggioranza di centrosinistra che, pervicacemente, scambia i propri interessi di bottega con gli interessi della comunità genovese.

Ricordo – perché me lo dicevano da ragazzino – che l’allora senatore Adiamoli, capogruppo comunista in Comune, soleva concludere i suoi interventi in Consiglio Comunale esortando quel galantuomo del sindaco Pertugio ad andarsene a casa per il bene della città. Quello di Adiamoli era un artifizio dialettico, ma adesso tale esortazione occorre indirizzarla a tutte le maggioranze di centrosinistra che reggono Regione, Provincia e Comune di Genova
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domenica 11 maggio 2008

Caramba..... che legnate !

Dal sito del Secolo XIX in data odierna

Tre nomadi di origine bosniaca - padre, madre e figlio di 22 anni - sono stati arrestati dai carabinieri per aver aggredito con bastoni una pattuglia che svolgeva accertamenti sulla provenienza della loro auto; all’aggressione hanno partecipato anche due figli adolescenti della coppia.
I fatti sino sono verificati intorno alle 13 in via Torricelli, nel quartiere genovese di Borgoratti, dove si trova l’appartamento del Comune occupato dalla famiglia.
Secondo quanto reso noto, i carabinieri sono intervenuti dopo la segnalazione del proprietario di una concessionaria, che nei giorni scorsi aveva avvistato l’auto in questione, sulla cui proprietà è aperto un contenzioso.
Ma perché il Comune li ha alloggiati in un appartamento ?
Forse erano persone precedentemente accampate sul greto del Polcevera ?
Ma non era meglio rinviarli a casa loro di corsa ?
Adesso seguirà l'altro atto: il magistrato che con provvedimento lampo li lascerà di nuovo liberi di "picchiare" i carabinieri.

giovedì 1 maggio 2008

Hungzhou Bay Brige




Novembre 2003 - Maggio 2008


Solo 5 anni per costruire, sulla Hungzhou Bay, un ponte lungo 36 km.
E noi siamo ancora a parlare - grazie a Prodi ed a Pecoraro Scanio - del ponte sullo Stretto di Messina.

Per fortuna che gli italiani li hanno mandati a casa insieme ai loro epigoni del Partito Democratico
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